Come prima mostra in questa sala viene dunque esposta l’arte di Turi Simeti, anziano artista che ha navigato nel mare grande dell’Arte degli ultimi cinquant’anni con la costanza e la determinazione che solo a pochi è dato di mantenere, senza mai deflettere da quel suo insaziabile desiderio di giocare con le forme ellittiche creando ombre e luci sempre diverse nella loro inesauribile ripetitività.
Piace sapere e ricordare che, nel grande impeto di rinnovamento che subisce l’arte pittorica negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, pochi grandi artisti restano fedeli alle loro originarie e dirompenti scelte pittoriche.
Turi Simeti è tra questi ed è con il puntiglio di un giovane vecchio che ha colto il senso profondo della sfida, ossia di misurare la propria contemporaneità all’interno di un contenitore antico com’è Villa Morosini.
Che l’arte visiva contemporanea possa essere ben rappresentata dentro le architetture del passato non è una novità.
Le cornici ancora del ‘600 che riquadrano e contengono l’arte spaziale contemporanea esaltano nel nitido biancore della sala, la meraviglia delle ombre e luci inserite nel cromatismo forte ma equilibrato che caratterizza l’opera di un grande maestro.